VANCOOLERS – LA PAUSA

di

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Il sogno

Il giorno dopo mi sveglio, apro gli occhi. Vedo una signorina vestita da infermiera che mi chiede “Hai avuto un incidente?”. Sto sognando? Credo di si, forse è meglio richiudere gli occhi, saranno comunque già chiusi. Sono disteso a letto a pancia in su, mi guardo la mano destra. C’è una penna nera imbullonata con due perni che mi blocca la mano all’avambraccio. Dolore non ne sento, quindi bene. Certo, che sogni di merda che faccio, e ti pareva?

Mi risveglio (“ma mi ero riaddormentato?”) e non riesco a parlare. Il sogno sembra essere peggiorato, stavolta ho una cannula che mi esce dalla gola e ogni volta che cerco di parlare sento solo fruscii. Forse è così che si sentono i serpenti quando parlano. Devo ricordare di chiederlo ad Harry Potter quando vado a Londra a trovare mio fratello. Ci sono diverse persone attorno al mio letto tra cui un paio di ragazze niente male. Parlano fra di loro ma nessuno mi caga. Sti stronzi.

Mi risveglio (“ancora… ma quand’è che mi sono addormentato?”) e la ragazza vestita da infermiera mi chiede di muovere la mano. La penna imbullonata al braccio è sparita, ora posso movere le dita.

Mi risveglio (“vabbè ormai c’ho fatto l’abitudine…”), la gente intorno a me è aumentata. Mi sono rotto le palle, devo alzarmi e andare a lavorare. Provo ad alzarmi sui gomiti e, come se fosse scattata una sirena d’allarme, tutti improvvisamente si girano verso di me. Due ragazze vestite da infermiera mi vengono incontro e mi spingono sul letto. Quella di destra mi dice “Non puoi, hai le vertebre rotte”. Ma che cazzo di sogno è?

Mi risveglio (…) e ho capito. Ho capito tutto. Sono stato rapito, mi tengono qui. Loro sono una organizzazione medica che mi rimuoverà gli organi per venderli e mi ucciderà. Una ragazza vestita da infermiera mi guarda. Mi guarda per un tempo che non so definire ma sembra una notte intera. Mi guarda come se mi volesse salvare dal dramma che si sta consumando.

Mi risveglio. Ci sono Moka e mio padre che mi guardano. Non credo siano davvero loro, sono dei figuranti che mi stanno facendo vedere per tenermi buono. Voglio capire: gli chiedo cose che solo loro possono sapere. Imbarazzo Moka con domande sulla nostra sfera sessuale. Le sue risposte non mi convincono, non è Moka. Ho capito, Moka è morta nell’incidente. Mio padre deve essere lui o se è un clone lo hanno fatto bene perché conosce il nome del nostro gatto e sa del bonsai in giardino.

Mi risveglio. È cambiato qualcosa. Sono solo, non c’è nessuno. Sul soffitto c’è un condizionatore di una stanza normale, è sporco di polvere, non c’è più quel condizionatore futuristico e tecnologico. Cazzo forse mi hanno rilasciato, forse sono salvo. Mi ero abituato all’idea che sarei morto, e ora? Tanta fatica per nulla…

Tutto okay

Ci ho messo altri 5 giorni a tornare lucido.

Realizzo di essere in ospedale. Un auto non ha rispettato uno stop e l’ho presa con la moto rompendo la trachea, 4 vertebre e due ossa che mi uscivano dal braccio destro. Mi hanno tenuto in coma per 17 giorni svegliandomi solo ogni tanto. Quando ti tengono sedato ti danno una quantità di droghe alle quali è difficile essere abituati. Va bene, almeno mi spiego quel limbo in cui ero finito a cavallo tra sogno e realtà.

Per la prima volta nella mia vita vivo l’esperienza di addormentarmi un giorno e svegliarmi un mese dopo.

Per mia fortuna – e vostra sfortuna, dopo nove mesi sono ritornato quasi normale (cioè scemo come prima).

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